martedì 10 maggio 2016

Maternità e lavoro

Scrivo questo post per il tema del mese di #instamamme....

Per mia esperienza personale una donna che diventa madre è punita nell'ambito lavorativo. Partiamo analizzando il colloquio (purtroppo io ho fatto innumerevoli colloqui nell'arco della mia vita lavorativa). Mi è capitato di dover rispondere alle fatidiche domande "è sposata? ha figli?" Inevitabilmente la mia carriera presso quelle aziende si è conclusa in sede di colloquio.... coincidenza?

Quando sono rimasta incinta di mia figlia Victoria ero assunta a tempo pieno con un contratto indeterminato, pertanto la legge mi ha tutelato al 100%. Purtroppo la legge non mi ha tutelato per il pressing psicologico che ho subito.

Durante la gravidanza ho avuto problemi, pertanto ho chiesto il congedo per gravidanza a rischio. Ovviamente ho messo in difficoltà il mio titolare che, comunque, aiutavo da casa con la mia massima disponibilità.

Il rientro a lavoro post parto è stato psicologicamente devastante perché faccio parte di quella parte di donne che ha dovuto affrontare la depressione post parto che ha avuto un percorso particolare in quando non ha avuto inizio subito dopo la nascita di mia figlia ma dopo circa due/tre mesi, esattamente in concomitanza al rientro in ufficio.
Ovviamente non ero in grado di andare a lavoro, pertanto ho chiesto una parte del congedo facoltativo (non tutto) . Il pressing psicologico da parte del mio titolare per rientrare a lavoro era più pesante della depressione stessa, pertanto, sono rientrata chiedendo un part-time che mi è stato gentilmente concesso.

Quando mia figlia ha iniziato l'asilo (scuola materna) ho richiesto di poter lavorare part-time al mattino (il mio orario da contratto era al pomeriggio). In questo caso la mia richiesta non è stata accettata, pertanto mi sono trovata a portare mia figlia a scuola al mattino, stando a casa senza necessità e portare mia figlia dalla nonna al pomeriggio per andare in ufficio. In pratica avevo chiesto il part-time per crescere e godermi mia figlia e, per assurdo, stavo senza vederla tutto il giorno. Inevitabilmente mi sono dovuta licenziare...

Ora lavoro da casa, facendo siti internet, web marketing e contabilità per un'azienda di Roma (www.scaiconsultingsrl.com)

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